Beneficio curato
Ultima modifica 24 luglio 2023
Trascrizione
Vittorio Emanuele per grazia di Dio Re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme
Dal Vescovo di Ampurias e Civita ci è stato rassegnato un piano relativo all’erezione del beneficio curato della nuova popolazione di S. Teresa, combinato pure d’accordo col Direttore e comandante di essa il di cui tenore è come segue:
Primieramente i confini del beneficio da erigersi in S. Teresa, cominceranno nella stessa maniera con cui vengono demarcati nel R. Diploma, cioè il mare a tramontana ed a ponente, sino al luogo detto l’Arena Maggiore da dove continuerà la linea di demarcazione fino a Monti Farru rocca di granito, dominante la selva di Lettu d’Idda ed a scanso del pregiudizio che ne potrebbe risultare alla Cappella Campestre di S. Pasquale, si fa alla parte di levante e mezzogiorno la seguente modificazione, cioè da Monti Farru la linea di demarcazione passerà per gli olivai di Giovanni e Maciocco, padre e figlio, Stacconeddu di là a quello di Pasquale Ruiu rimarranno e da questo al Sambuco scoglio sull’orlo del mare a Ponente di Porto Putzo, ben inteso però che detti ulivi Stacconeddu e Ruiu rimarranno alla Parrocchia di S. Pasquale.
2) A tenore dell’art. 16 del calendato Diploma, sarà eretto un Beneficio di cura d’anime, che avrà titolo di Rettoria cogli stessi carichi che hanno nel Regno gli altri Rettori al quale sarà assegnata la pensione di cento scudi sardi sopra il Beneficio semplice di Caresi, qual somma gli verrà in perpetuo pagata dalla Mitra di Civita in due rate uguali, vale a dire cinquanta scudi nel giorno 24 di giugno, e gli altri 50 nel giorno 24 dicembre d’ogni anno rispettivo, nel modo e forma che si pagano le altre Pensioni Ecclesiastiche, tutti i Regi contributi. Od altri pesi soliti pagarsi i che si pagheranno in avvenire.
3) L’abitazione e porzione di territorio doppio di quello degli altri abitanti conforme al citato Regio Diploma.
4) La Cappellania di 50 scudi annua fondata dal D.re Pietro Addis col solo carico di duecento messe.
5) I diritti di stola e piè d’altare da esigersi giusta la tassa della Diocesi nel Distretto del territorio della Parrocchia secondo i confini designati nel n. 1.
6) essendo il territorio della Parrocchia a porzione della Camera Vescovile di Tempio, non avrà il Rettore in perpetuo alcun diritto ai frutti decimali di detto territorio né in tutto né in parte, fuorché non si pensi al dare al Vescovo anche perpetuamente un giusto e proporzionato compenso.
7) Siccome non può essere eretta una Parrocchia senza che prima sia dotata la chiesa per tutto ciò che è necessario al culto, vien pregata S.M. di pensare al fare i sagri arredi convenevoli e necessari alla Parrocchia, come sarebbe Fonte Battesimale, Pisside, calici, sfera, vasi per sagri olii, croce parrocchiale, ornamenti ecc. e tutto ciò che è necessario per la decente Amministrazione dei Sacramenti e sua manutenzione.
8) E siccome si spera che questa popolazione andrà crescendo sotto gli auspici di S.M., col tempo, e forse in breve vi sarà bisogno di un Vice Parroco, vien pregata la prefata S.M. di pensare all’assegnamento di un fondo sufficiente per gli alimenti e decente manutenzione del medesimo.
Avendo noi partitamene esaminato li premessi articoli, e riconosciutili non meno conformi allo spirito dei Sagri Canoni, che vantaggiosi al buon regime spirituale e temporale di questa nascente popolazione la di cui prosperità interessa anche in modo particolare le paterne nostre sollecitudini, ci siamo perciò degnati di impartirvi la Sovrana Nostra approvazione. Epperò per le presenti di certa Nostra Scienza e Regia Autorità abbiamo approvato, come approviamo il suddetto piano, e ciascuno in particolare dei marcati articoli senza la menoma restrizione, ed in conseguenza mandiamo che si divenga tosto alla debita esecuzione si è come sarà del caso, che tale è il nostro volere.
Data a Cagliari li 8 del mese di febbraio l’anno del Signore milleottocentododici e del Regno Nostro l’undicesimo.